Autori e filosofia


INNAMORAMENTO
L’innamoramento viene definito dal filosofo come un fenomeno per il quale, colui che ama, percepisce nella bellezza dell’amante, qualcosa che trascende la bellezza terrena, ovvero l’idea di bellezza. Quindi Platone, definisce come meta finale dell’innamoramento che oltrepassa le passioni terrene, quell’idea di bellezza perfetta, non appartenente al nostro mondo ma punto di partenza, principio, di ogni altra bellezza imperfetta e terrena. La similitudine qui utilizzata ci propone quel fenomeno mistico dell’innalzamento della 
condizione umana ad un livello superiore, si può anche notare quanto Platone riesca a 
creare legami tra le cose del mondo e le idee, passando l’immagine di un sentimento che, 
nonostante sia un limite e una passione da controllare per l’uomo comune, possa 
raggiungere un livello di assoluta purezza nel sapiente, ed e’ proprio l’amore che può dare la necessaria consapevolezza per “mettere le ali” ed avvicinarsi alla perfezione della bellezza. Questa riflessione di Platone incontra il favore di Sant’ Agostino dal momento che viene fatta quella divisione tra l’amore che eleva, e l’amore che lega l’uomo. Affermazione condivisa da Agostino che considera il secondo un abbaglio, una deviazione dalla unica via perfetta che e’ Dio. 
L’amore proposto dallo stilnovismo differisce da quello elogiato da Platone e da Agostino, poiché provoca sofferenza e dolore, come in cavalcanti, tormenta l’io in quanto, la donna amata, e’ angelica, quindi vicina al cielo celeste, vicina a Dio, e per i poeti e’ irraggiungibile, e la bellezza e’ praticamente incomunicabile, mentre i due filosofi la definiscono. Prendendo in considerazione il passo e il fatto che il dialogo e’ scritto dallo stesso Petrarca, la sua concezione dell’amore e’ si molto tormentata, ma sicuramente lontana da quella stilonivistica, in quanto lui non persegue la via dell’innamoramento che porta a Dio, ma quella che travia l’uomo e lo lega alle passioni terrene, alla bellezza esteriore e che quindi come dice Agostino, lo porterà ad essere deluso e a vergognarsi di quel sentimento. I termini che identificano la donna e l’esperienza d’amore, sono prevalentemente negativi nei paragrafi in cui parla Sant’Agostino coerentemente con il fatto che taccia il sentimento provato da Petrarca, come “follia” che “accende l’animo di desiderio senza soddisfarlo”, e ricorda al poeta che la donna prima o poi morirà, e la sua bellezza si trasformerà in rovina del corpo. Francesco invece in tutto il passo ribadisce il suo pensiero, cioè che dopo la morte di Laura lui avrà il ricordo, che gli basterà per non abbandonarsi alla miseria, e soffrire per quel essere considerata da lui non solo carne ma anche anima trascendente. 
Considerata l’epoca in cui viviamo, e considerando la mia esperienza, penso che ai giorni nostri l’amore sia preso in pochissima considerazione, in particolare l’amore tra uomo e donna. Penso che tra due persone che si amano sia fondamentale non perdere di vista se stessi, poiché solo attraverso la conoscenza di se stessi si possono comprendere gli altri, quindi accettarli ed amarli. 
Invece credo sia più facile amare Dio, in quanto il rapporto tra l’uomo e il divino non prevede un confronto tra due menti, ma un pensiero ideologico che non ha bisogno di essere verificato, poiché si fonda sulla fede.
Non sono in grado di ipotizzare una fenomenologia d’amore che valga in modo generale, poiché credo che i valori più importanti tra i quali l’amore nella nostra società siano secondari rispetto alla superficialità e all’apparenza.